May una gioia
Come ha puntualmente sintetizzato Makkox.
Il Parlamento inglese ha respinto l’accordo raggiunto durante due anni di negoziati da Theresa May con l’Unione Europea. L’accordo era stato giudicato da molti osservatori un successo per l’UE. La bocciatura dell’accordo era largamente prevista, ma nessuno pronosticava uno scarto così ampio. Un terzo del partito della May, il Partito conservatore, ha votato contro il Primo Ministro. Uno dei motivi principali di questa sconfitta è il rifiuto da parte del Parlamento di accettare il punto dell’accordo denominato backstop (ci arriviamo dopo).

Nonostante la mozione di sfiducia non sia passata, il governo May esce molto indebolito e il Regno Unito si trova in una situazione complicatissima. Sui giornali si moltiplicano gli scenari, ma, come ha spiegato Gabriele Carrer nella sua discussione su Twitter sul voto di ieri:
“Sembra non rimanere che la strada di negoziati a oltranza, vista anche la disponibilità dell’Unione europea a rinviare la Brexit. E la Camera dei Comuni ha già approvato una serie di emendamenti che depotenziano il premier e rafforzano l’Aula sul dossier Brexit.”

Per chiudere l’argomento Brexit facciamo un passo indietro:
Cosa c’è nell’accordo che il Parlamento britannico ha respinto ieri?
Sostanzialmente prevede:
- di proseguire i negoziati oltre la scadenza del 29 marzo 2019 per sciogliere tutti i punti delicati ancora aperti, come ad esempio gli accordi commerciali, fino al 2020;
- durante il periodo di transizione che può essere rinnovato potenzialmente fino al 2099, resteranno in vigore tutte le regole europee, ma il Regno Unito non avrà più potere decisionale nel modificarle;
- il backstop
Che cos’è il backstop?
In caso non si trovi un accordo definitivo al termine della proroga dei negoziati, il backstop prevede che:
Si stabilisce un’unione doganale tra Unione europea e Regno Unito e quindi senza tariffe, dazi o quote sulle merci. Era una proposta dei negoziatori britannici, non apprezzata da quelli europei che in cambio, però, hanno ottenuto due condizioni molto sfavorevoli al Regno Unito:
- La prima condizione è che questa unione doganale non può essere rescissa unilateralmente, ma è richiesto il consenso di entrambe le parti. Questo garantisce un traffico delle merci agevolato, ma lega di fatto il Regno Unito all’area doganale europea impedendole di stabilire contratti commerciali con altre nazione extra UE.
- La seconda condizione è quella di evitare un confine rigido tra Repubblica d’Irlanda (UE) e Irlanda del Nord (UK) (alla base già degli accordi di Pace tra i due Paesi negli anni Novanta). In sostanza l’Irlanda del Nord sarà ancora più integrata nel mercato unico europeo: non ci saranno controlli doganali tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord, controlli invece che avverranno tra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito di cui l’Irlanda del Nord fa parte.
Una cosa sembra sicura, e lo dice lo stesso governo britannico in una relazione del novembre 2018: l’uscita dall’Unione Europea causerà un danno economico al Regno Unito, a prescindere dai termini dell’uscita e dalla futura relazione con l’Unione