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Approvata la Direttiva sui salari minimi

Il 6 giugno stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati, una proposta che la Commissione europea aveva presentato il 28 ottobre 2020.

salari

L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio è ora soggetto all’approvazione formale dei colegislatori. Una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE, la direttiva entrerà in vigore dopo 20 giorni e gli Stati membri la dovranno poi recepire entro due anni nel diritto nazionale.

La tutela garantita dal salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso salari minimi legali e contratti collettivi oppure esclusivamente attraverso contratti collettivi.
La direttiva vuole istituire un quadro dell’UE che rafforzi l’adeguata tutela garantita dal salario minimo, nel pieno rispetto delle tradizioni e delle competenze nazionali, come pure dell’autonomia delle parti sociali. La direttiva non obbliga dunque gli Stati membri a introdurre salari minimi legali, né fissa un livello comune dei salari minimi in tutta l’UE.

Gli obiettivi

  • Stabilire i salari minimi di legge, fissando criteri chiari e aggiornamenti regolari e tempestivi;
  • Promuovere la contrattazione collettiva per la determinazione dei salari: la direttiva sostiene la contrattazione collettiva in tutti gli Stati membri, dato che i paesi caratterizzati da un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono ad avere una percentuale inferiore di lavoratori a basso salario, minori disuguaglianze salariali e salari più elevati. La direttiva chiede inoltre agli Stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all’80% di istituire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva.
  • Migliorare l’accesso alla protezione del salario minimo: gli Stati membri dovranno raccogliere dati sulla copertura e sull’adeguatezza dei salari minimi e garantire che i lavoratori possano accedere alla risoluzione delle controversie e usufruiscano del diritto di ricorso. Il rispetto e l’applicazione efficace sono essenziali affinché i lavoratori possano effettivamente beneficiare dell’accesso alla tutela garantita dal salario minimo, e promuovono una competitività basata su innovazione, produttività e rispetto degli standard sociali.

E l’Italia?

L’Italia è tra i sei Paesi dell’Ue a non avere già una regolamentazione in materia, sebbene vi sia un dibattito del tutto aperto tra le parti sociali e all’interno del governo stesso. L’idea delle tre istituzioni europee nell’accordo in via di approvazione è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire un tenore di vita dignitoso, a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “L’UE ha mantenuto la propria promessa. Le nuove norme sui salari minimi tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro sia retribuito. Questi obiettivi saranno conseguiti nel pieno rispetto delle tradizioni nazionali e dell’autonomia delle parti sociali.”

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