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Un’economia che lavora per le persone

Prosegue la nostra analisi sui punti programmatici di Ursula von der Leyen. Oggi parliamo di economia

Economia sociale di mercato

L’obiettivo principale dell’impostazione economica della nuova Presidente della Commissione europea è quello di raggiungere traguardi ambiziosi nell’equità sociale e nella prosperità dell’eurozona attraverso un’economia sociale di mercato europea.

La rivendicazione di questo modello unico al mondo mira da un lato all’espansione ma dall’altro non dimentica gli sforzi per ridurre la povertà, le diseguaglianza e per assicurare a tutti equità sociale e benessere.

La nostra politica economica deve andare di pari passo con i diritti sociali

PMI e Unione economica e monetaria

Le piccole medie imprese, che rappresentano il 99% di tutte le imprese e l’85% dei nuovi posti di lavoro creati, sono considerate il pilastro fondativo dell’economia europea, oltre che il propulsore innovativo più importante. Per questo si intende presentare una strategia specifica per le PMI per ridurre gli oneri burocratici, migliorando l’accesso al mercato. Le Piccole e medie imprese devono diventare grandi innovatori, anche attraverso il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali che permetta un accesso ai finanziamenti più semplice ed efficace.

Il quadro macroeconomico presenta elementi positivi e alcuni campanelli d’allarme. Numerosi parametri (occupazione, crescita, investimenti) sono tornati ai livelli precrisi; finanze pubbliche e banche sono solide. Le tensioni commerciali e il rallentamento della crescita mondiale, però, impongono misure che aumentino gli investimenti e la crescita.

Per questo la proposta è quella di creare uno strumento di bilancio per la convergenza e la competitività della zona euro che sostenga le riforme e gli investimenti, sfruttando pienamente la flessibilità consentita nel Patto. Altre misure previste riguardano il completamento dell’Unione bancaria e un sistema europeo di assicurazione dei depositi.

Economia sociale di mercato

La strategia economica di Ursula von der Leyen si accompagna a un’attenzione particolare per i diritti sociali. Promette, infatti, nei primi 100 giorni di presentare uno strumento giuridico per il salario minimo a tutti i lavoratori, nel rispetto dei contratti collettivi nazionali e attraverso una concertazione con le parti sociali. Per quanto riguarda il fronte occupazionale la proposta è quella di trasformare “la garanzia per i giovani in uno strumento di lotta alla disoccupazione giovanile” anche attraverso un maggiore dotazione  finanziare da parte di tutti gli Stati membri. Si intende agire poi anche sulla disoccupazione con l’istituzione di un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione.

Oltre gli aspetti che riguardano il mercato del lavoro, l’attenzione è rivolta alla lotta alla povertà, in particolar modo quella infantile. 25 milioni di minori sono a rischio povertà o esclusione sociale. Per questo motivo sarà istituita una Garanzia europea per l’infanzia in aiuto dei minori in difficoltà, perchè possano accedere all’assistenza sanitaria e all’istruzione come diritti fondamentali. Su questo versante sarà fondamentale il contributo che il Fondo sociale europeo può dare attraverso i suoi investimenti.

Una parola chiave dell’economia sociale di mercato europea è parità in tutti i sensi del termine. Il concetto viene declinato con una serie di proposte che riguardano una nuova normativa sulla lotta alla discriminazione, una strategia europea per la parità di genere, misure per la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle imprese, misure di trasparenza retributiva (le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini)

Ursula von der Leyen, infine, mette in forte evidenza la questione della violenza sulle donne, sollecitando l’adesione della UE alla convenzione di Istanbul e sfida il Consiglio. Se l’adesione sarà bloccata dal Consiglio procederà con la proposta di alcune norme tra cui l’aggiunta della violenza contro le donne all’elenco dei reati definiti nel trattato

Ritengo sia giunto il momento di conciliare sociale e mercato nell’economia moderna attuale

Equità

L’ultima parte di questo secondo punto programmatico riguarda l’equità fiscale.

Il principio di equità fiscale è sostenuto con forza da Ursula von der Leyen, principio che deve valere sia per le imprese tradizionali sia per le grandi imprese tecnologiche. “Ciascuno paghi quel che gli spetta” evitando il più possibile la corsa al ribasso fiscale. Per quanto riguarda la tassazione delle imprese tecnologiche l’impegno è di trovare entro il 2020 una soluzione a livello internazionale. Scaduto questo termine l’impegno è che l’Europa si faccia carico da sola di stabilire una tassazione del digitale equa.

Infine, oltre a una ferrea lotta all’evasione fiscale, l’impegno è quello di trovare una “base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società” che darebbe modo alle imprese di usufruire di un codice unico per calcolare la base imponibile ai fini dell’imposta sulle società nell’Unione europea

I regimi europei e internazionali di imposta sulle società devono essere riformati urgentemente

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