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La Commissione propone la prossima generazione di risorse proprie dell’UE

A dicembre, la Commissione ha proposto l’istituzione della prossima generazione di risorse proprie del bilancio dell’UE, presentando tre nuovi fonti di entrate.

Contesto

In risposta alla sfida senza precedenti della pandemia, l’Unione europea ha approvato nel 2020 un pacchetto di incentivi record di oltre 2 000 miliardi di €, incrementando il bilancio a lungo termine di oltre 800 miliardi di € (a prezzi correnti) che costituiscono la “potenza di fuoco” dello strumento temporaneo per la ripresa NextGenerationEU.

Con l’avvento di NextGenerationEU la Commissione è stata autorizzata a emettere imponenti quantità di obbligazioni garantite dal bilancio dell’UE. Ciò significa che l’Unione può contrarre debiti per sostenere tutti gli Stati membri nella lotta alla crisi e nel rafforzamento della resilienza. Per contribuire al rimborso del prestito le istituzioni dell’UE hanno convenuto di introdurre nuove risorse proprie, rendendo in tal modo possibili nuove forme di entrate maggiormente diversificate e resilienti, direttamente collegate alle priorità strategiche comuni. Grazie alle nuove risorse proprie, i rimborsi dovuti per NextGenerationEU non comporteranno indebiti tagli dei programmi dell’UE né eccessivi aumenti dei contributi degli Stati membri.

Nel 2021 la Commissione ha raccolto 71 miliardi di € (a prezzi correnti) mediante obbligazioni a lungo termine e ha attualmente in essere buoni dell’UE a breve termine per 20 miliardi di €, applicando una strategia diversificata di finanziamento tipica di un emittente sovrano.

Le nuove fonti di entrata

  1. Entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni (ETS)
  2. Risorse generate dal proposto meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’UE;
  3. Quota degli utili residui delle imprese multinazionali che sarà riassegnata agli Stati membri dell’UE secondo il recente accordo OCSE/G20 sulla ridistribuzione parziale dei diritti di imposizione (“primo pilastro”). 

Si prevede che queste nuove fonti di entrate, una volta giunte a regime negli anni 2026-2030, genereranno in media fino a 17 miliardi di € all’anno a favore del bilancio dell’UE.

Le nuove risorse proposte oggi permetteranno il rimborso degli importi raccolti dall’UE per finanziare la componente a fondo perduto di NextGenerationEU. Le nuove risorse proprie dovrebbero anche finanziare il Fondo sociale per il clima. Quest’ultimo è un elemento essenziale del nuovo sistema proposto per lo scambio di quote di emissioni, che riguarderà gli edifici e il trasporto su strada e contribuirà a garantire che nessuno sia lasciato indietro nella transizione verso un’economia decarbonizzata.

Lo scambio delle quote di emissione nell’UE

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM)

La finalità del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio incentivando i produttori di paesi terzi a migliorare le caratteristiche ecologiche dei loro processi di produzione. Con tale meccanismo le importazioni saranno soggette al pagamento di un “prezzo” per il carbonio, corrispondente a quello che sarebbe stato dovuto se esse fossero state prodotte nell’UE. 

La Commissione propone di assegnare al bilancio dell’UE il 75 % delle entrate generate da tale meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. Le entrate che andrebbero al bilancio dell’UE sono stimate a circa 1 miliardo di € all’anno in media nel periodo 2026-2030 (0,5 miliardi di € in media nel periodo 2023-2030). 

La riforma del quadro internazionale per la tassazione delle imprese

L’8 ottobre 2021 oltre 130 paesi membri dell’OCSE e del G20, pronunciandosi sul quadro inclusivo sull’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili (BEPS), hanno concordato una riforma del regime fiscale internazionale, una soluzione a due pilastri per combattere l’elusione fiscale, finalizzata a garantire che gli utili siano soggetti a tassazione là dove avvengono le attività economiche e la creazione di valore. I paesi firmatari rappresentano oltre il 90 % del PIL mondiale. Il primo pilastro di tale accordo ridistribuirà tra i paesi partecipanti nel mondo il diritto di tassare una quota dei cosiddetti utili residui delle più grandi imprese multinazionali a livello mondiale. Nella proposta della Commissione, la risorsa propria dovrebbe corrispondere al 15 % della quota riassegnata agli Stati membri degli utili residui delle imprese che rientrano nel campo di applicazione.

La Commissione si è impegnata a proporre una direttiva nel 2022, quando saranno stati finalizzati tutti i particolari del quadro inclusivo dell’OCSE e del G20 sull’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili in merito al primo pilastro, in modo da implementare il relativo accordo nel rispetto delle condizioni del mercato unico. Tale processo è complementare alla direttiva sul secondo pilastro, per la quale la Commissione ha adottato oggi una proposta separata. In attesa della finalizzazione dell’accordo, le entrate destinabili al bilancio dell’UE potrebbero ammontare a un importo compreso orientativamente tra 2,5 e 4 miliardi di € all’anno.

Approfondimenti:

Comunicato Stampa

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