
I sei punti programmatici
Per la sua candidatura a Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha presentato un documento programmatico dal titolo: “Un’Unione più ambiziosa : il mio programma per l’Europa : orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024”
Con la sua elezione questo documento diventa fondamentale per capire i principi che guideranno la prossima Commissione europea. La sua elezione, raggiunta con una ristretta maggioranza in Parlamento, è stata ottenuta attraverso una lunga mediazione con i nuovi gruppi parlamentari, espressione dei risultati elettorali. Il documento riflette questa situazione e stabilisce sei orientamenti programmatici per il futuro dell’Europa:
- un Green Deal economico
- un’economia che lavora per le persone
- un’Europa pronta per l’era digitale
- proteggere il nostro stile di vita europeo
- un’Europa più forte nel mondo
- un nuovo slancio per la democrazia europea
L’istanza ecologista emersa dalle urne, anche attraverso il risultato dei Verdi, è stata accolta dalla von der Leyen che propone nel suo documento un Green Deal europeo. In questo articolo -primo di una serie che analizza i punti programmatici- andremo a vedere di cosa si tratta
Per la generazione dei miei figli l’Europa costituisce un sogno inestimabileIl sogno di vivere in un continente in salute, nel rispetto della natura
Il Green Deal
Ursula von der Leyen cita esplicitamente gli elettori europei e anche quelli troppo giovani per votare che hanno mandato un forte messaggio per azioni concrete in rapporto ai cambiamenti climatici e a un’economia attenta all’ambiente. La Presidente si fa carico di questa istanza ed elenca una serie di obiettivi per arrivare ad essere il primo continente a impatto climatico zero.
Promette di proporre nei primi 100 giorni il Green Deal europeo. Di cosa si tratta?
Il Green Deal europeo sono una serie di iniziative anche legislative il cui primo passo prevede l’introduzione per legge della neutralità climatica entro il 2050. L’intenzione è quella di rilanciare rispetto gli obiettivi dell’accordo di Parigi per il 2030, che prevedono la riduzione delle emissioni pari al 40%, proponendo di estendere il sistema di scambio quote di emissione al settore marittimo e ridurre gradualmente le quote gratuite assegnate alle compagnie aeree, includendo anche il traffico e l’edilizia. Per evitare la competitività delle imprese e per evitare la ricollocazione delle emissioni di carbonio è prevista anche un’imposta sul carbonio alle frontiere. Infine si intende rivedere la direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici.
L’economia circolare è fondamentale per sviluppare il futuro modello economico dell’Europa
L’economia circolare
Il Green Deal si accompagna ad una serie di interventi mirati a garantire una transizione attenta equa per tutti. L’impegno è far diventare l’Europa leader nell’economia circolare, utilizzando i fondi di coesione per aiutare tutte le realtà europee. Per questo è previsto un nuovo Fondo per la transizione equa e la trasformazione di una parta della Banca per gli investimenti (BEI) in una Banca climatica europea, che possa sostenere i finanziamenti per il clima di oltre il 50% dei suoi attuali finanziamenti. Gli investimenti dovranno essere mirati principalmente all’innovazione e alla ricerca, con cifre pari ai mille miliardi nel prossimo decennio.
Per il 2030 c’è l’obiettivo non solo di ridurre le emissioni al 50% (era il 40% nell’accordo di Parigi), ma di avvicinarsi in modo responsabile al 55%.
Altro punto fondamentale del piano è una strategia per la salvaguardia della biodiversità attraverso una “strategia dai campi alla tavola” per gli alimenti sostenibili, in sostegno degli agricoltori europei, tutelando le zone rurali e investendo sul loro futuro.
L’ambizione è quella di cambiare il modo di produrre, consumare, commerciare; conservare e tutelare l’ecosistema; smettere, gradualmente, di inquinare.
Un’Europa sostenibile è anche un’Europa che offre opportunità, innova, crea posti di lavoro